Seconda parte delle vacanze siciliane. Con una annotazione sulla nostra accomodation isolana: siamo stati veramente bene in un ambiente tranquillo, lontano dal caos della costa, anche gli altri ospiti erano tutte persone a modino, direbbero sull’Arno, bambini compresi. Una situazione ideale.

Devo dire che rispetto a quindici anni fa c’è stato un grande sforzo organizzativo ma direi anche di valorizzazione del patrimonio artistico, almeno nella provincia di Ragusa. Ho, infatti, potuto vedere luoghi e monumenti che allora non erano minimamente accessibili. La provincia, tra l’altro, ha potuto contare sull’enorme apporto, in termini di notorietà, della serie televisiva del Commissario Montalbano. Un’operazione incredibile che ha persino creato posti di lavoro dato che già il solo tour delle locations, sparse in tutta la provincia, muove un gran numero di turisti. Potete immaginare cosa succede intorno alla “casa di Montalbano”, che poi altro non è che un B&B sulla spiaggia di Punta Secca: folle di turisti che vogliono immortalarsi persino nella famosa terrazza, peraltro occupata da regolari ospiti paganti. Un giorno o l’altro, qualche fucilata ci scappa!

Quella che ho ritrovato è una Sicilia – almeno in questo angolo dell’isola – bellissima e stimolante, che invita a tornare quanto prima.  Un solo vero rammarico: la perdita (grave) delle palme di Piazza Duomo a Ibla e l’invasione, a centro piazza, di tavoli e, ancor peggio, di ombrelloni. Tutto questo stravolge l’aspetto e lo spirito con cui era stata sistemata la piazza, mi sembra, a fine Ottocento ed era una meraviglia. Chi volesse rivederla come era può chiedere aiuto al Commissario Montalbano (sempre lui!): nei primi episodi della serie la piazza compare ancora con le sue magnifiche palme. Ora occorrerà aspettare anni prima di veder tornare all’antico splendore la piazza con le palme da poco ripiantate.

Tra le immagini ne troverete una di Marzamemi, “L’arrivo del monsone”.  Non è uno scherzo, in pochi minuti si è rovesciata una tale quantità d’acqua che in brevissimo tempo ci siamo ritrovati letteralmente con l’acqua sopra al ginocchio e infilati dentro ad un sacco nero (di quelli per rifiuti) per raggiungere la nostra macchina! Ho pensato, appunto, al monsone e al sud-est asiatico…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.