Ovvero Sicilia in pillole. Giusto un anno fa eravamo nell’isola dove uomini e natura si confrontano da millenni ma soprattutto eravamo liberi dall’incubo del virus maligno e infido. E questo piccolo articolo è per esorcizzarlo e distrarci un pò dall’ansia che ci attanaglia.
Dunque, Agrigento. Si potrebbe definire la città che non ti aspetti: vituperata per lo scempio del paesaggio compiuto negli anni ’60 e successivi, Agrigento ti coglie di sorpresa con un centro storico in piena fase di recupero e di valorizzazione. Certo quegli enormi, surreali palazzoni – quasi dei grattacieli – in centro a dominare la mitica Valle sottostante, sarebbe meglio farli sparire ma a questo punto sarebbe d’obbligo un’immane opera di bonifica di tutto il territorio dalla città al mare. Purtroppo, se da un lato si cerca il recupero di quella che fu una bella città, dall’altra la cementificazione selvaggia della Valle non ha conosciuto soste fino ad assediare da vicino una delle aree archeologiche più famose del mondo. Ma tant’è…ad Agrigento vale la pena di andare, almeno per assaporare la visione destabilizzante di stupefacenti contraddizioni. Dei templi non parlo, tanto questi sono lì da secoli, granitici nella certezza assoluta della loro bellezza senza tempo.

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