Ebbene di fuga si trattò!  Il primo ministro terminava appena di dire che la cattività era terminata e noi eravamo già in autostrada, un blitz di una giornata verso sud a respirare finalmente profumo di evasione, di primavera, di mare e orizzonti sconfinati. Quindi Gaeta, con l’abbraccio del suo arioso golfo incoronato di monti dalle forme singolari, quasi un preludio a quello di Napoli. Gaeta con la sua architettura che sembra anticipare Amalfi, Arabi e Normanni compresi. Che poi è giusto così  perchè gli Arabi a Gaeta vi fondarono una colonia, ma di questa presenza tuttora si fa finta di nulla…Atmosfera sospesa, già vissuta nel centro di Roma, di chi, assente da lungo tempo, mette  la testa appena fuori dall’uscio di casa incerto su cosa potrà mai attenderlo. Poche persone in giro, quasi frettolose, come a voler fare giusto un giro di prova per tornare poi velocemente ai box. La vita che riprende lentamente.

Poi l’insospettabile Terracina con il suo verticale centro storico da dove lo sguardo, sorpreso, vola fino al Vesuvio. E vedere il Vesuvio laggiù al di là dell’orizzonte ha dato, da solo, un senso a questa giornata che andava oltre l’essere in gita. Ci dava la certezza che potevamo finalmente tornare a immaginare il mondo e guardare oltre il panorama chiuso della finestra di casa. Un ritorno ad una normalità attesa per mesi. A Terracina riusciamo persino a stanare una coppia di amici. Era il primo giorno che uscivano! E loro ci hanno regalato la scoperta di un centro storico, sconosciuto ai più, che sta tentando di uscire da un oblìo lungo mesi e secoli. Paradossale ma grazie ai bombardamenti della II. Guerra Mondiale che in pochi minuti hanno fatto quello che avrebbero dovuto fare gli archeologi…Così, Terracina non è solo il santuario di Giove Anxur.

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